Storia

Andando a curiosare nelle carte dell'archivio storico della Compagnia della Misericordia troviamo uno Statuto datato 1635 della Compagnia di Santa LUCIA VeM che esisteva in Colle e che era costituita da una centuria di artieri, artigiani cioè di arti differenti come fabbri, legnaioli, muratori, scarpellini, calzolai ecc. che si erano associati per visitare gli infermi, soccorrere i bisognosi con offerte in danaro a seconda delle necessità delle famiglie e di coloro che venivano soccorsi. 
Fra gli altri obblighi vi erano anche quelli di comprare e tenere l'occorrente per le feste, le cerimonie religiose e le ricorrenze. Importante quella del 13 dicembre, festa di S.Lucia, patrona della Compagnia. Si tassavano di due soldi a testa ed in caso di morte di un fratello della Compagnia entro otto giorni dovevano provvedere alle sue esequie. Fino da quel periodo, quindi il 13 dicembre di ogni anno si celebrava la festa di S.Lucia. Nei primi anni del 160O, ma soprattutto verso la metà di detto secolo anche il nostro territorio venne colpito da forti calamità: la peste, la carestia, le alluvioni ed altre calamità naturali. 
Grave fu la forte carestia del 1647 che si diffuse in tutto il territorio nazionale, e per 18 mesi anche Colle assisteva allo spettacolo di gran numero di suoi abitanti languenti, straziati, morti da privazioni di nutrimento, in modo particolare i più deboli, i più poveri i più bisognosi di aiuto. Ed ecco sorgere numerose Compagnie, Centurie, Confraternite anche nella nostra città. Nel centro storico di Colle Alta erano sorte La Compagnia di S.Lucia, la Centuria laica di S.Alberto, la Compagnia della morte che nel 165O con l’approvazione degli ordinamenti statutari da parte del Vescovo Bonaccorsi si chiamerà la Compagnia della Misericordia tuttora operante nella nostra città. 
Lo scopo di tutte queste Compagnie, oltre agli obblighi religiosi era quello di soccorrere le persone colpite da calamità, le persone che ave­vano necessità di essere aiutate materialmente, di essere soccorse se ammalate, di essere portate all'Ospedale, di essere portate al cimitero quando sopraggiungeva la morte, sia nella propria abitazione, sia quando questa avveniva fuori delle abitazioni o nelle pubbliche vie. Tutte le Compagnie erano formate prevalentemente da artigiani, artieri centuriati perché presupponevano la partecipazione di almeno cento persone tutti maschi.  Un numero forse eccessivo se si pensa che Colle in quel periodo, cioè verso il 1630, dai 4.200 abitanti che poteva avere sul suo territorio, verso il 1650 vedeva ridotta la sua popolazione che era scesa a 3.700 di cui circa 2.600 residenti nella città. Questa situazione mise certamente in evidenza la necessità di raggrupparsi per costituire una sola Compagnia e per avere un luogo comune idoneo per  l’assolvimento degli obblighi religiosi. Così nel 1663 la Centuria di S.Alberto a mezzo del centurione IPPOLITO CIGNA, a nome suo e degli altri supplicò il Vescovo "affinché si abbia a unire la Misericordia, Santa Lucia e la Centuria, con umiltà, perché è quanto desidererebbero questi centuriati i quali non fanno funzioni se non una volta all'anno, disposti a mettere in comune tutto quello che hanno, come ceri per i morti, cera per l'altare della festa, cappe e quanto potranno avere."
Nello stesso anno SILVESTRO CERAMELLI, prefetto Della Compagnia della Misericordia, saputo che il Vescovo era d'accordo all'unione delle tre Compagnie, scrisse al Vescovo :"dicendosi favorevole alla proposta purché venissero rispettati i principi e gli scopi degli statuti che le Compagnie si erano dati e la serietà con la quale venivano ammessi i fratelli a far parte della Compagnia. Fino dal 1659 la Compagnia della Misericordia aveva presentato al Vescovo Buonaccorsi un nuovo statuto con norme e regole più precise e più rispondenti a quei tempi e che era stato approvato dallo stesso Vescovo, ed aveva intensificato la sua attività grazie anche ad innumerevoli introiti dovuti a lasciti, donazioni elemosine, ed era abbastanza palese il predominio della Compagnia della Misericordia sulle altre due Compagnie per cui era logico che venissero inglobate alla Misericordia e si unissero ad essa più orga­nizzata e con davanti un futuro che le altre due non potevano sostenere. 
La Misericordia fino dal 1659 aveva ottenuto anche di potersi aggregare per i servizi religiosi e per le sue riunioni nell'Oratorio detto l'OSPIZIO. Intanto nel 1658 venivano ultimati i lavori per la costruzione della nuova Cattedrale che erano iniziati nel 1603 e sotto la Cattedrale, nella Cripta vi era ancora il Cimitero con l'annessa Cappella di S.Michele. In data 20 Settembre 1659 gli uomini della Compagnia della Misericordia di Colle alla quale si erano già uniti quelli della Centuria di S.Alberto e della Congrega di S.Lucia inviarono una lettera al Gonfaloniere ai Priori ed al Consiglio della Città di Colle con la quale, mettendo in evidenza la necessità di avere un luogo idoneo dove potersi adunare per esercitare le loro funzioni chiedevano di poter adattare il luogo posto sotto le volte del Duomo per poterlo usare per detti scopi. 
Ottenuto il permesso dell'Amministrazione della città dovettero chiedere anche al Vescovo il beneplacito per togliere quanto rimaneva del Cimitero, obbligandosi a fare con ogni diligenza il trasporto delle ossa rinvenute ad altro luogo idoneo e trasformare il luogo da Cimitero a Compagnia. Il Vescovo in data 29 Ottobre 1663 concedeva quanto era stato richiesto a condizione di usare ogni diligenza per togliere le ossa dalla terra e portarle fuori del cimitero in modo che non restino insepolte. Ottenuto il benestare del Vescovo si iniziarono i lavori sotto la responsabilità dei fratelli della Congrega di S.Lucia PIERO PICCIOTTI, PIERO BONI e VINCENZO LUCHERINI che si impegnarono ad eseguire i lavori murari insieme ai i fratelli volontari delle altre Compagnie. La Compagnia della Misericordia doveva fornire i materiali occorrenti (calcina, rena mattoni e quant'altro necessario per aprire finestre, per le porte e spianare i pavimenti). I fratelli tutti si dettero da fare e a proprie spese trasformarono il luogo in stato pulito e vago adunandovisi intenti tutti alle opere di pietà e di religione. La Cripta divenne, quindi, la sede della Misericordia ed in essa si adunavano i fratelli per i loro adempimenti statutari e religiosi, vi riposero le loro attrezzature necessario per l'esercizio delle opere di Misericordia e da qui partivano per i servizi che venivano loro richiesti. Solo verso la fine del 1700 e l'inizio del 1800 la Cripta venne trasformata in vera e propria chiesa e affrescata con scene dell'inferno del purgatorio e del paradiso, con figure macabre, teschi e scritte intonate alle beatitudini evangeliche. S.ALBERTO, S.ROCCO e S.LUCIA divennero i santi protettori della Misericordia ed una pala con le loro figure, dipinto non di grande valore artistico, venne collocata sull'altare maggiore della Chiesa, pala che venne tolta per essere restaurata in occasione della celebrazione del IV centenario della Diocesi e della città di Colle e che ancora non è stata restituita da parte dei responsabili, che nell’Oratorio avevano allestito una mostra di documenti, arredi e suppellettili della Cattedrale, e che sarebbe bene poter recuperare in quanto rappresenta una memoria storica per la nostra Misericordia. Nacque così l'Oratorio della Misericordia.

 

Alfonso Boldrini